Home Domande Abbonamenti  cartacei Abbonamento  al  sito Libri Contatto RicercaCarrello Accedi
Logo Inchiesta Logo Spendere Meglio Logo Scelgo Io

Nessun oggetto nel carrello
<<<<<< Torna indietro
L'Inchiesta 6/2004 | pagina 6

Se in casa anziani il nonno fa sesso
Palpeggiamenti alle infermiere, riviste porno, prostitute in camera. Negli istituti ticinesi non è facile gestire il tabù dell'erotismo nella terza età

Nelle case per anziani in Ticino risulta spesso difficile affrontare il desiderio di sessualità degli ospiti, come risulta difficile anche solo il parlarne. Sia per il personale curante che per i famigliari. L'Inchiesta ha raccolto alcune testimonianze.

di Filippo Muraca


Il sesso oggi lo si trova dappertutto: nella pubblicità, alla televisione, nei modi di dire. Ma quando i protagonisti sono degli anziani, in Ticino la sessualità viene vissuta ancora come un tabù, soprattutto quando si parla dei propri genitori o dei propri nonni.

Molti pensionati però, ospiti di istituti di cura ticinesi, possono essere confrontati con problemi di mancanza di privacy e di violazione della sfera intima.

Secondo Pio Eugenio Fontana, medico specialista in geriatria, la qualità delle cure può essere migliorata innanzitutto «rispettando la sessualità dell'anziano».

Lasciamo da parte il dibattito etico sulla sessualità dell'anziano incapace di intendere e volere. E lasciamo da parte gli amori senili dei milionari ai quali i famigliari si oppongono per ragioni ereditarie. Pensiamo invece agli anziani lucidi intellettualmente che esprimono sinceri desideri erotici.

«La maggior parte della gente sorride quando l'anziano si innamora» spiega il dottor Fontana «specialmente se i destinatari delle attenzioni sono più giovani. Bisogna accettare la sessualità degli anziani. Loro la mantengono. Contrariamente a quanto si possa credere, la funzione sessuale ci accompagna anche nella terza età. Le principali modifiche fisiologiche legate all'invecchiamento sono relative alla funzione polmonare, renale, muscolare e cardiaca. La funzione sessuale invece resta pressoché invariata al pari di quella intestinale, epatica e intellettiva».

Fisiologicamente la capacità e l'attività sessuale continuano in una proporzione importante degli uomini e delle donne fino agli 80 anni. L'uomo si trova più confrontato rispetto alle donne con un certo appetito sessuale. Ma sia gli uomini che le donne soffrono quando viene a mancare il rapporto intimo.

Prendiamo l'esempio di una coppia di omosessuali ricoverati assieme in una casa per anziani del Luganese. Secondo fonti dell'Inchiesta, nessuno tra il personale curante ha mai ostacolato il loro rapporto. A un certo punto però uno dei due si è ammalato gravemente, ciò che ha impedito il prosieguo della relazione con l'altro. Il partner ha quindi sofferto molto.

«Bisogna soprattutto lavorare sull'immagine che ha la società degli anziani» dice il dottor Fontana «solo così potremmo superare i tabù». Mentre Roland Erba, responsabile medico della fondazione San Donato di Intragna, (luogo di transito per gli anziani in attesa del collocamento in altre strutture) ricorda che l'innamoramento dell'anziano «è un amore sincero e duraturo oltre che profondo, lontano dall'essere qualcosa di innaturale».


Infermiere molestate

Più nella casa anziani si trovano anziani malati e completamente dipendenti, più è difficile trovare persone che pretendono di condurre un'attività sessuale. Ma paradossalmente proprio dove prevalgono anziani malati e affetti da malattie senili (come il morbo di Alzheimer), sono più frequenti le avances all'indirizzo del personale di cura.

«È un problema reale e non sempre facile da gestire» spiega Roland Erba. «Pur trattandosi di un problema derivante dalla senilità, queste parole, queste frasi all'indirizzo dell'infermiera o della stagiare non sono facile da ignorare. I nostri ospiti, per la maggior parte donne, sono affetti da malattie debilitanti che portano anche a questo».

Il personale di cura si trova quotidianamente confrontato con atteggiamenti non facili da gestire. Paolo Pezzoli, direttore degli Istituti sociali della città di Lugano, porta l'esempio di un'infermiera palpeggiata alle natiche a più riprese da un 80enne. Dopo l'ennesima palpata, la "lezione". «D'accordo con la donna abbiamo chiamato un giocatore del Lugano basket di due metri d'altezza, invitando l'anziano a fare la stessa cosa anche a lui. I problemi con l'anziano da quel momento sono finiti». Pezzoli sorride e aggiunge che, pur essendo casi limite, ben spiegano la realtà della sessualità nella terza età «dove l'ente pubblico si limita ad osservare e a lasciare vivere la propria vita all'individuo».

Pur ricevendo un'infarinatura sul tema alla scuola infermieri, in realtà sul lavoro si fa poco per affrontare la sessualità e tutte le problematiche che ne possono derivare. Medici e personale di cura sono sottoposti a un forte stress quando i malati cronici fanno loro proposte sessuali.


Sesso a pagamento

Negli istituti di Lugano, spiega Pezzoli, si preferisce chiudere un occhio quando un anziano fa arrivare la brasiliana e si concede la sua ora di piacere. Anche nelle case di cura dove la maggior parte dei malati non sono più autosufficienti, si dimostra una certa comprensione e riservatezza nel gestire questo tipo di situazioni, dice all'Inchiesta Daniel Geiser, direttore dell'istituto "Al Pagnolo" di Sorengo. «Si tratta di una "problematica" che riguarda soprattutto gli ospiti di sesso maschile. Personalmente, se mi vengono fatte delle richieste esplicite, non ho nessun problema a venire incontro alle necessità personali».

Stefano Rossi-Querin, responsabile infermieristico alla Casa per Anziani "Cigno Bianco" di Agno, conferma che l'anziano ha il diritto alla privacy. «È il cardine della buona convivenza. Se la persona è lucida, nessuno ostacolerà le sue pretese, sempre che venga vissuta nel privato. Noi abbiamo introdotto per esempio dei cartelli "non disturbare". Ho anche vissuto il formarsi di coppie qui in casa per anziani, rapporti lontani dall'essere strani o senili».

I problemi però non mancano. E qui il medico specialista in geriatria Pio Eugenio Fontana porta l'esempio di una coppia di ultraottantenni malati di Alzheimer. Decidono di fare sesso il mercoledì. Il marito, credendo che fosse mercoledì tutti i giorni, pretende dalla moglie un rapporto. Lei lo nega, e da lì discussioni a non finire, anche in presenza dei figli che si oppongono ai rapporti sessuali.


Bisogni individuali

«Abbiamo vissuto un caso dove due anziani si sono innamorati e i figli non vedevano assolutamente di buon occhio questa realtà, e hanno cercato di ostacolarli» racconta Stefano Rossi-Querin. «Non dobbiamo però dimenticare che il personale curante si trova in difficoltà nello stabilire quando sono dei reali bisogni sessuali non ostacolati dalla senilità. In questo caso è importantissimo valutare i bisogni di cure di ogni paziente».

«Ci sono anziani che ad esempio ricevono le loro riviste osè, il porno è soprattutto strumento per gli uomini, come ci sono quelli che pretendono di avere rapporti sessuali diciamo "completi". Noi, in linea di massima, cerchiamo di accontentarli, valutando bene il singolo caso».



Ricerche scientifiche

- In uno studio olandese a un gruppo di anziani è stato messo a disposizione del materiale pornografico: improvvisamente sono diminuite le avances sessuali nei confronti del personale curante.
- Secondo uno studio americano, la fine dell'attività sessuale nelle donne spesso coincide con la malattia o la scomparsa del partner.
- Il 15 novembre 2004 alle 13.30 Pro Senectute organizza una giornata di studio al Kongresshaus di Zurigo sul tema «anziani e sessualità». Iscrizioni (fr. 58.-): Pro Senectute, cp, 8027 Zurigo. Tel. 01 283 89 89. www.pro-senectute.ch.

Impressum      Privacy Design by VirtusWeb