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Spendere Meglio 6/2011 | pagina 6

Cioccolato svizzero? Lo compro in Italia
Con il franco così forte, anche i prodotti nostrani costano meno se acquistati oltre confine. Spendere Meglio ha messo a confronto i prezzi di 17 articoli tra i più conosciuti

Molti prodotti svizzeri costano meno in Italia. La differenza può arrivare fino al 38%. Lo dimostra un confronto.

Ai ticinesi conviene davvero fare la spesa all’estero? A inizio novembre, Spendere Meglio ha confrontato i prezzi di 17 prodotti svizzeri venduti anche in Italia.

Risultato: solo lo shampoo alle erbe svizzere Rausch, l’orologio Swatch Touch e le tavolette di cioccolato al latte Caillers costano meno in Svizzera, ma la differenza è minima (vedi tabella).

Il caffè Chicco d’Oro è molto più conveniente in Italia: la differenza di prezzo è del 38%.
«Questa è dovuta soprattutto al tasso di cambio», dice Valerio Cimiotti della ditta di Balerna.
«Non possiamo attualizzare il prezzo del caffè ogni volta che varia il rapporto tra franco ed euro.
C’è poi una questione legata al mercato: i rivenditori italiani applicano prezzi inferiori per essere concorrenziali».

Un altro prodotto svizzero venduto a un prezzo più basso in Italia (il 24% in meno) è il pigiama Lina di Calida. «Il motivo è legato al franco forte e quindi al tasso di cambio», si giustifica Andrea Zeltner, portavoce dell’azienda di Sursee (canton Lucerna). «Quando abbiamo fissato i prezzi per l’Italia e per il pigiama Lina, l’euro valeva circa fr. 1.60». Questo tasso di cambio risale però a metà 2008.

Il prezzo al consumo dipende dal negozio
Anche per Weleda, la cui sede è ad Arlesheim (Basilea Campagna), tutto dipende dal tasso di cambio franco-euro. «Come produttori, non abbiamo alcun influsso sulla formazione dei prezzi al consumo tramite i nostri partner commerciali, che solo a fatica possono attenersi al tasso di cambio attuale del franco», dichiara la portavoce Eva Wanninger.

Stessa motivazione per Swatch: «L’orologio Touch è un prodotto nuovo il cui prezzo è stato fissato al cambio attuale», spiega Marion Leuenberger, portavoce dell’azienda di Bienne (Berna). «I prezzi dei modelli Skin sono più alti in Svizzera a causa del franco forte».

Il sito internet Cede.ch ne fa invece una questione di buste paga. «Se si considerano i salari svizzeri, il prezzo non è poi così alto. In Italia si guadagna la metà», dice Loredana Rossetti di Cede.ch di Winterthur (Zurigo). «Dipende anche dal fornitore e dal cambio. I prezzi variano tantissimo nel mondo della musica».

Per Novartis, che si trova a Berna, la causa dei prezzi inferiori in Italia sono i diversi sistemi sanitari. «In Italia il prodotto non è rimborsato, in Svizzera sì. Di conseguenza il prezzo svizzero è stabilito dalle autorità sanitarie», spiega la responsabile marketing Nadia Zakaria.

Prodotti meno cari anche in Svizzera
Per le caramelle Ricola, azienda di Laufen (Basilea Campagna), la differenza tra il prezzo in Svizzera e quello in Italia è minima (3%). Secondo la portavoce Linda Hufschmid, non dipende solo dal cambio. «I nostri prodotti sono messi in commercio più o meno allo stesso prezzo. I prezzi al consumo sono stabiliti dai commercianti e Ricola non ha alcuna influenza in merito. Di conseguenza è possibile che esistano differenze a seconda del Paese e del canale commerciale».

Lo shampoo alle erbe svizzere Rausch, ditta con sede a Kreuzlingen (Turgovia), costa il 5% in meno in Svizzera. Malgrado la farmacia italiana visitata per il confronto di Spendere Meglio venda lo shampoo a un prezzo inferiore di quello consigliato da Rausch (t 10.90 contro t 11.90), il prodotto risulta più conveniente in Svizzera.

Interpellate da Spendere Meglio, le altre aziende non hanno preso posizione.


Dogana: occhio alle quantità e richiedete il rimborso dell’Iva

- Fino a un valore complessivo di fr. 300.- a persona non bisogna dichiarare in dogana la merce acquistata per uso privato. Fanno eccezione gli acquisti per corrispondenza: la merce spedita dall’estero è assoggettata all’Iva e deve sempre essere sdoganata.

- Prestate attenzione alle quantità di alcuni alimenti che si posso importare senza pagare un dazio: 0,5 kg di carne cruda di manzo, agnello e maiale; 3,5 kg di carne di pollame, insaccati, carne secca; 20 kg per tipo di verdura e frutta; complessivamente 1 kg di burro e panna, 5 kg di latte e formaggio, 4 kg di olio e grasso.

- Per chiedere il rimborso dell’Iva estera (negozi tax free), bisogna far vidimare la fattura dalla dogana italiana (questa procedura è possibile solo presso i maggiori valichi di frontiera e aeroporti italiani). Si hanno quattro mesi di tempo per recuperare i soldi. Si può riavere l’Iva tramite una società tax free o agli sportelli cambio Ffs.

- In caso di lite con il negoziante è competente il tribunale italiano. Eccezione: se il venditore ha pubblicizzato la sua offerta in Svizzera, è competente il tribunale del domicilio dell’acquirente.

Arianna Bersani
Antonella Sicurello

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